Quando sei ad un campo ci sono tre dimensioni che scandiscono il tempo di una giornata, tre dimensioni che vivi insieme agli altri e per gli altri: il lavoro, il pasto e la tenda.
Il lavoro è la dimensione dell’impegno.
Ti alzi, prendi la tua accetta e vai nel bosco, spacchi qualche ramo, ne raccogli qualcun altro da terra, assembli una fascina con legni di varie dimensioni, te la carichi in spalla e torni verso il campo, dove al suo posto ti aspetta l’addetto al fuoco della tua squadriglia. Il fuochista, pronto ad usare quello che hai recuperato per accendere il fuoco, parte dalla carta, aggiunge di volta in volta legna partendo dai rami più esili, per arrivare, quando ormai il fuoco divampa, alla legna più grossa, che la fiamma avvolge e consuma piano piano. E nel frattempo tutto intorno è in movimento, c’è chi taglia, chi sbuccia, chi apparecchia, chi mescola, chi affetta, chi recupera l’acqua… una danza: dove apparentemente le cose sono scollegate e indipendenti, proprio lì, più con il corpo che a parole, tutti seguiamo la stessa musica, che a partire dalle piccole cose, con impegno e lavorando insieme, permette ad ognuno di noi di creare qualcosa di più grande.
Il pasto è la dimensione del dialogo.
La pentola è in tavola, si canta una preghiera per il pasto, si da una mestolata a testa e via come lupi ognuno sul proprio piatto, perché dopo aver lavorato non c’è niente di più appagante che mangiare, sapendo di aver contribuito con le tue mani a quello che ora è in tavola per tutti. E le chiacchiere fanno da intervallo tra una forchettata e l’altra, seduti sulla panca ci si conosce, ci si racconta, ci si domanda… ora è la parola che accompagna questo momento. Chiacchiere, risate, racconti e bisticci (anche quelli talvolta fanno parte delle giornate) che non fanno altro che permettere a ciascuno di svelare, con pazienza e curiosità, chi ha di fronte a sé, di scoprire sempre più chi è l’altro con cui condivide il pasto, con cui è in comunione.
La tenda è la dimensione del silenzio.
Sia chiaro, la sera non accade subito di stare in silenzio: prima c’è molto rumore, mentre ci si prepara per entrare nel sacco a pelo, ci si cambia, si decide se andare a lavarsi, si sistemano i vestiti che immancabilmente verranno smarriti nella notte… è il momento degli ultimi racconti dopo la giornata passata, le ultime cose da condividere, gli ultimi scherzi da fare, le ultime risate mentre il sonno arriva e ci prende. In quel momento sopraggiunge il silenzio, senti i rumori delle piante che ti circondano, il rumore del fiume che scorre, i respiri calmi di chi dorme accanto a te. Mentre entri nel mondo dei sogni ti accompagnano gli ultimi pensieri che richiamano alla tua mente il lavoro che ti ha fatto faticare e stancare e allo stesso tempo ti ha dato soddisfazione e ti ha fatto contribuire alla bella giornata vissuta insieme, i pasti che ti hanno saziato e ridato energie e allo stesso tempo ti hanno permesso di essere più prossimo con i tuoi compagni, la tenda in cui ti trovi, che ti riparerà nella notte e in cui condividi lo spazio del riposo e il momento di saluto alla giornata trascorsa.
Domani, in un altro tempo, ti alzerai più ricco di prima, ancora insieme e ancora per gli altri.